L’Ibrido Ranocchio

Quando si incontra una persona quello che ci colpisce in lei nel complesso, è sempre legato alla nostra personalit… al nostro modo di “vedere” e di “non vedere” i vari aspetti che abbiamo davanti.

E’ sufficiente considerare le testimonianze nei tribunali dove spesso due persone che hanno assistito ad un fatto lo raccontano in maniera completamente diversa poich‚ ciascuna ha “visto” ciò che ha riconosciuto e che in qualche modo più si avvicinava alla sua concezione di vita. Se dunque questo meccanismo di rappresentazione accade nella vita di tutti i giorni a maggior ragione si ripropone di fronte ad una produzione artistica. Si pensi ad esempio alle sensazioni che suscita un quadro, alle emozioni che emergono nel nostro animo davanti ad una scultura o vedendo un film.

I personaggi proposti dalla vivace fantasia di Rosanna Granconato associano alla scintilla dell’originalit… lo sberleffo della satira. E’ una specie di satira all’incontrario dove lo stravolgimento letterale di storie e fiabe molto conosciute e dei relativi personaggi, finisce per formare dei sensi paradossali rispetto al significato delle storie originali.

Questo rovesciamento spiazza le nostre sicurezze, ci inquieta , mette in crisi la nostra visione ordinata della vita che in genere ci tranquillizza. “Ogni cosa al suo posto recita un antico proverbio”, ed invece nelle storie dove vivono i personaggi creati con abile ricchezza di materiali il posto non si trova facilmente, bisogna riflettere, confrontarsi lasciando in disparte le antiche sicurezze, il bisogno di ordine.

La sorpresa sar… scoprire che comunque il “posto” è altrove, in genere dove non ci aspettavamo di trovarlo. Ecco che allora a baciare il bel principe sar… una racchia cattiva, con tutto ciò che questo suggerisce anche in termini di riscatto delle racchie ………che finalmente si sbarazzano delle rivali bellissime.

Oppure la Regina Pannocchia che invece di sfruttare il grano del Turco, si accontenta di fare la polenta, restituendo dignit… alla vita quotidiana e sovvertendo il desiderio corrente che vede il “grano” incontrastata meta di tutte le mete.

Tutto ciò finisce per spargere con leggerezza, inquietudine e sorpresa, stordimento e sorriso, una inequivocabile sensazione di prevedibilit… del personaggio “strano”, che riconosciamo come altro da noi ma nello stesso tempo contraddendoci sentiamo anche vicino a noi. Qui si mette in gioco un altro processo molto potente della nostra mente, la proiezione, quel meccanismo di difesa che proietta sulle cose e sulle persone che abbiamo intorno sentimenti, sensazioni che non possiamo permetterci di assecondare o semplicemente di riconoscere come nostri.

E’ facile così attribuire allo smarrimento iniziale di fronte ai simpatici fantocci, significati e valori che non hanno in s‚, ma che ci scatenano dentro e che riconosciamo bene , tanto bene da attribuirli a loro, inanimati capolavori di creativit… di per s‚ assolutamente insignificanti. Tuttavia questi “insignificanti” ci trasmettono qualcosa, ci parlano il linguaggio dell’assurdo dove il principio di contraddizione ha cittadinanza e la logica formale può sonnecchiare senza recare danni alla comprensione. Questi personaggi portano tutti dentro un pochino di noi, delle nostre contraddizioni che , diciamocelo, ci sono tanto care, è per questo motivo che divengono facilmente comprensibili quando li accettiamo così come sono e restano invece indecifrabili o inquietanti quando li rifiutiamo.

Rosanna ci ha consentito con il linguaggio della favola di guardarci un po’ dentro, con tutto quello che ciò può comportare per noi, è questo l’elemento piu inquietante di tutto. (02/09/1997)

Giuliano Brusaferro