Motivazioni

Motivazioni del libro “Fiabe per Adulti” da parte dell’artista Rosanna Granconato
(ancora in attesa di sponsor) dal 1997

 

Dame e Cavalieri, Principi e Regine hanno popolato la nostra fantasia fin dalla tenera età permettendo alle nostre arcaiche esigenze di onnipotenza di costituirsi.

Nelle fiabe narrate dagli adulti ci siamo identificati come profonda motivazione, talvolta codificando il nostro comportamento fino al punto creato dall’interazione dell’immaginario collettivo con le proiezioni del nostro fantastico individuale, in un disegno presumibilmente arcano. Alzi la mano chi non ha avuto la fantastica esigenza almeno una volta di credere all’arrivo del Principe Azzurro, trovandosi poi magari alle prese con un Conte Dracula travestito da “buon samaritano e ricco epulone” allo stesso tempo.

Alzi la mano chi non ha avuto il fantastico desiderio di credere di aver trovato una Cenerentola da istruire, trovandosi poi magari a pagare “conti salati” dal ciabattino di turno.

Innumerevoli le risate che possiamo fare sui nostri voli fantastici, anche se rappresentativi di contrastanti verità.

Il “mio” è un tentativo di posizione ironica dettato da alcune considerazioni sui fatti che mi circondano, delegando al mio aspetto fantastico di concretizzare attraverso la rappresentazione di questi personaggi ruoli più o meno consueti della nostra vita psicologica.

Ipotizzo in questo mio lavoro un messaggio di interazione tra il teatro fantastico e il teatro della vita.

Partendo dal presupposto che la realtà supera la fantasia nei fatti che l’uomo vive ogni giorno e che gli stessi lo portano sovente ad essere protagonista di ruoli più o meno desiderati, la fantasia può così superare la realtà esorcizzandoli attraverso forme fantastiche che ironicamente si pongono permettendo all’individuo di esprimere il suo pensiero, superandolo positivamente.

La certezza del nulla…si ridimensiona quando le emozioni sprigionano energia al movimento interiore concretizzandosi in una dimensione plastica.

Indipendentemente da definizioni e da affermazioni nessuno può togliere il valore del “sentire” ad un altro essere, anche se questo “sentire” rimane un mito all’interno di sé stessi fino a quando si rischia la comunicazione emotiva agli occhi di chi ci circonda.

Immagini di morbido ricordo affettivo, mobilitano la mente ripercorrendo esperienze della mia infanzia a quando accompagnavo mia madre (bigliettaia al Teatro Comunale di Lonigo) con passo frettoloso per raggiungere in tempo il Teatro per la vendita dei biglietti.

Partecipavo con emozione all’aprirsi di un riquadro in ferro, poco più di uno spioncino situato ad una estremità nella parete nord del teatro, dal quale mia madre distribuiva i biglietti alle persone in fila appassionate di seguire gli spettacoli nella zona popolare del “loggione”.

A volte, mi era permesso con riserva di rimanere in posizione statuaria nel sottoscala che precedeva le quinte, in quell’attesa liberavo le mie fantasie al passare degli artisti, coglievo i loro momenti emotivamente intensi prima dell’apparizione sul palco, vivevo emozioni di ascolto per la musica e i virtuosismi canori di “bassi” vibranti.

Certe passioni mi sono state tramandate istintivamente a livello di piacere uditivo più che per conoscenza razionale della materia, ma nella mia semplicità anche questi aspetti hanno contribuito a sensibilizzarmi nella forma di creatività che mi appartiene, fornendomi così l’ipotetica illusione di credere d’essere tra coloro in grado di suscitare emozione.

Rosanna Granconato