Così Gira Il Mondo Intorno a Noi

Rosanna Granconato possiede un’autentica personalità d’artista. La sua creatività, estrosa e duttile, la porta ad esprimersi con naturalezza nei modi più impensati, nelle forme più imprevedibili. Non ci stupisce, perciò, anzi ci affascina, prendere atto di ciò che ogni volta il suo estro inventivo le detta, assecondando non solo gli umori della sua intimità ferita, ma anche le sollecitazioni del mondo esterno, con particolare riguardo ai vizi privati e alle pubbliche virtù. La materia, da lei trattata con pungente ironia, non impressiona la persona libera da pregiudizi, che non ha scheletri nell’armadio, punge invece chi, sentendosi mordere la coscienza, non capisce che gli artisti volano alto: superata l’occasione dell’ispirazione, essi creano metafore dei comportamenti umani. 

Il fare artistico di Rosanna non si risolve in un’azione ripetitiva, non privilegia un genere in particolare, va oltre i confini del tempo e dello spazio, alimentando il bisogno di riconoscersi al di là dei luoghi comuni e delle convenzioni. Spirito anticonformista, ma di saldi principi, ella interviene con le sue fiabe per adulti ogniqualvolta sono calpestate leregole della civile convivenza, e si esprime con la forza irriducibile del suo ingegno. Che importa, a un certo punto, se piccoli spiriti, invidiosi e stupidi, si appropriano delle sue idee per ridurle a merce, prodotto di consumo senz’anima e poesia? Il vedersi negare la paternità delle sue invenzioni è invece un sopruso contro cui è giusto prendere posizione. 

Nell’attuale sistema dell’arte, che impiega mezzi meccanici per la riproduzione, non c’è spazio per l’artista creativo, costretto a cogliere l’opportunità che si presenta per mostrare, in una sorta di rivincita morale, la cifra del suo ingegno, non importa se impegnato in un evento effimero, di breve durata. 

Non voglio fare anticipazioni sulla performance di Rosanna che ha ispirato queste mie riflessioni. Sono certo che questa susciterà, come di consueto, reazioni salutari nello spettatore. La sorpresa fa parte ancora una volta delle regole del gioco. Messo al corrente da Rosanna delle linee generali del suo progetto, posso solo anticipare che esso è ispirato alla realtà: non quella a lei più congeniale dei comportamenti individuali, che restituiscono il profilo morale di un soggetto, ma quella della follia del mondo, delle tragedie del nostro tempo: la guerra, la violenza, lo scontro tra popoli e civiltà. E’la stessa Rosanna a confidarci il pensiero-guida di questa sua pacifica provocazione. L’immagine del defunto Pontefice Giovanni Paolo II, pastore delle genti, si accompagna a quella di un tòpos della religione islamica – la moschea di Istanbul – in un curioso montaggio per invocare pietà e pace. “Ecco, in questo modo – mi ha confessato Rosanna -, mi sembra di interpretare in termini divertenti quelli che sono i conflitti tra i popoli che lasciano dei buchi tra i denti, così catastrofici da sembrare irrisolvibili. 

E’ importante che gli artisti restino un’alternativa dello spirito umano trovando un modo ironico per esorcizzare anche le situazioni più drammatiche”.  (26/09/2006)